A Vogue’s Tale. Il poster

La pubertà è una brutta bestia. Ti risveglia dal torpore indefinito dell’infanzia per scaraventarti in un vortice di atroci dubbi, spiazzanti novità e scelte impreviste.
Io mi sentivo diverso dai miei compagni fin dalle elementari. L’odio per il calcio, l’attrazione fatale per il gioco dell’elastico, sospettavo che non avrebbero portato nulla di buono. Così mi ero abituato a tirare avanti per emulazione. Se non abbandoni mai il gregge, non ti potranno vedere in prospettiva, per come sei realmente.
Ma la pubertà inquadra la sfera sessuale, cioè la parte di te stesso che più temi fin dai tempi in cui era impossibile perfino scorgerla all’orizzonte, in un repentino primo piano. Gli ormoni che impazzano impongono l’obbligo di schieramento e l’adozione di definizioni restrittive.
Per questo il pollice destro mi pulsa come se chiedesse pietà. L’orma delle puntine è impressa a fondo nella pelle arrossata ma sono ringalluzzito dal risultato. Da oggi, la mia infanzia è per sempre acqua sotto i ponti. Devo questo mio rinnovato status al ponderato poster nuovo di zecca che ho appena riportato dal primo viaggio a New York con la famiglia.
Tra due giorni inizia la scuola. La terza media è un anno duro, lo sanno tutti, si è in cima alla piramide, bisogna essere d’esempio e monito per la marmaglia insicura delle classi inferiori.
Io mi sono preparato, eccome se mi sono preparato. Guardo orgoglioso il mio poster lucido, studiatamente asimmetrico, che ora impera sulla parete sopra al mio letto.
Il seno strizzato da un reggiseno a balconcino, lo sguardo voluttuoso, le labbra socchiuse, i pizzi, la pioggia di collane e le ciglia lunghe, lunghissime. Questo poster è la mia nuova carta d’identità, il mio biglietto da visita, il passe-partout da vero maschio etero italiano.
Ho appena gettato nel cestino, con grande soddisfazione, il suo predecessore: il poster del Milan. Questa volta posso sbandierare una sincera passione senza destare alcun sospetto, al contrario, confermando vigorosamente la mia sfrontata mascolinità.
La sera, sotto le coperte, osservo il sensuale décolleté illuminato dai raggi di luna, la mia Inconfutabile Prova di Eterosessualità Certificata. E prima di addormentarmi, ringrazio di cuore la prodigiosa donna che mi ha fatto questo immenso regalo: Madonna.

Sebastiano Mauri, Vogue Italia, agosto 2018, n.816, pag.44

*Scrittore, artista e regista, il suo ultimo film è Favola, tratto dall’omonimo spettacolo teatrale e interpretato da Filippo Timi, Lucia Mascino e Piera Degli Esposti. I costumi sono di Fabio Zambernardi, design director di Prada. Con il pamphlet Il giorno più felice della mia vita (Rizzoli, 2015), Mauri ha contribuito al dibattito sui diritti civili per le persone Lgbt che ha portato all’approvazione della legge Cirinnà nel 2016.

Foto. Madonna in Saint Laurent by Anthony Vaccarello photographed by Mert & Marcus styled by Eyob Yohannes.

L'articolo A Vogue’s Tale. Il poster sembra essere il primo su Vogue.it.



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